La traduzione in italiano del termine Awareness è consapevolezza.
Questa è la prima fase del Funnel e corrisponde al momento in cui una persona prende consapevolezza dell’esistenza del nostro brand. È pronta per valutare se ciò che proponiamo è in linea con le sue esigenze.
Ci sono a mio parere delle caratteristiche che distinguono questa fase del funnel dalle successive, e sono:
- Ci si rivolge ad un pubblico ampio
- Le necessità sono ancora generiche
- Una persona non conosce ancora il nostro brand (o comunque lo conosce poco)
- La concorrenza è molto alta
Con la Brand Awareness ci rivolgiamo ad un pubblico ampio
Quando diciamo fare brand awareness è quando facciamo delle comunicazioni volte a raggiungere un gran numero di persone: parlare al megafono in una piazza, distribuire volantini, affiggere manifesti, fare spot in TV, stimolare la condivisione di un post sui social. L’intento è di cogliere l’attenzione di una persona per far sì che la prossima volta sappia riconoscerci e valutare ciò che proponiamo. Il concetto è simile a quello di una vetrina di un negozio, quante persone passano davanti ad una vetrina? E di queste quante in realtà entrano o acquistano?
Le necessità di una persona sono generiche
Quando acquistiamo un prodotto è perché abbiamo valutato in che modo può aiutarci a risolvere un nostro bisogno e lo abbiamo scelto tra una serie di alternative. Nella fase di awareness siamo nel momento in cui abbiamo un bisogno ma non sappiamo ancora in che modo poterlo risolvere.
Immagina di avere della muffa in un muro e non sapere come rimuoverla. Probabilmente aprirai Google e cercherai rimedi contro la muffa sul muro, oppure come togliere la muffa dal muro. Queste sono ricerche generiche perché non sai ancora quale prodotto può aiutarti a risolvere il tuo problema.
Lo stesso succede anche per i viaggi: prima di scegliere la destinazione pensiamo a ciò che vogliamo ottenere da questo viaggio (relax, avventura, cultura,…) e di conseguenza valutiamo tutte le mete che ci permettono di soddisfare il nostro bisogno.
Poi, con le fasi successive del funnel, ci sarà tempo per valutare il prodotto migliore che toglie la muffa dal muro o la città che mi permetta di muovermi a piedi tra un museo e l’altro.
Una persona non conosce il nostro Brand
Abbiamo detto che nella fase di awareness una persona prende consapevolezza dell’esistenza del nostro brand, non ha ancora elementi a sufficienza per darci fiducia o valutare la nostra affidabilità. Saranno le fasi successive del funnel a permetterci ottenere fiducia. In questa fase ciò che conta è cogliere l’attenzione di una persona potenzialmente interessata a ciò che abbiamo da proporre. È qui che si distingue chi fa brand awareness e chi fa spam: chi lo fa fatto bene, analizza le necessità e le propone in nicchie ben precise per non infastidire chi non ne ha bisogno!
La concorrenza è alta
In questa fase non mi rivolgo solo alla concorrenza di Brand/prodotti/servizi simili al nostro. Loro ce li porteremo avanti fino alla fase d’acquisto.
In questa fase, essendo ancora una necessità generica, una persona è pronta a valutare alternative anche diverse da ciò che proponiamo: se la necessità è di rilassarsi, in una fase iniziale una persona potrebbe valutare un viaggio, una giornata alle terme o una sdraio nuova per il giardino. Ciò che permetterà di distinguerci sarà la qualità dei nostri contenuti e soprattutto saper capire quali sono le necessità che stanno alla base della scelta. In questo modo sapremo intercettarle con dei contenuti generici e guidare una persona verso l’acquisto
Come fare Brand Awareness
Alla base ci sono i contenuti, ma prima di un contenuto è necessario definire l’obiettivo che dobbiamo raggiungere. La domanda che dovremmo porci è: qual è il contenuto che ci permetterà di raggiungere l’obiettivo?
In questa fase, gli obiettivi sono generalmente di aumentare la visibilità e di rispondere alle esigenze generiche.
Aumentare la visibilità
Quando facciamo brand awareness per aumentare la nostra visibilità, abbiamo bisogno di contenuti facilmente condivisibili, che attirano l’attenzione e leggeri. I post virali contribuiscono all’aumento della visibilità perché vengono visti da molte persone e se sono di qualità sapranno cogliere l’attenzione di chi è potenzialmente interessato.
Ogni giorno vediamo post condivisi, interazioni sui post LinkedIn, menzioni nelle stories di Instagram. Queste sono azioni che aumentano la visibilità e spingere su contenuti che favoriscono queste interazioni sarà solo d’aiuto a raggiungere i follower di chi condivide, interagisce o menziona il nostro brand. Ciò che conta è mantenere la nostra nicchia di appartenenza per far sì che le nostre comunicazioni raggiungano persone affini al nostro pubblico target.
Se l’obiettivo è di aumentare la visibilità, non dimenticare che il passaparola sarà di grande aiuto. Chi fa del passaparola si rivolgerà a persone potenzialmente interessate e sarà in grado di trasmettere un elemento di gran valore: la fiducia.
Il passaparola delle persone fidelizzate è un elemento che non dev’essere mai trascurato e su cui dobbiamo investire molti sforzi.
Rispondere ad esigenze generiche
Abbiamo detto che chi si trova in questa fase non ha ben chiaro di cosa ha bisogno e di conseguenza farà ricerche generiche.
La SEO diventa importante per creare contenuti che sappiano rispondere ad esigenze generiche, superficiali, che aiutano una persona a prendere la strada giusta verso la decisione finale.
Tornando all’esempio della muffa sui muri, immaginiamo di vendere un prodotto contro la muffa: grazie alla SEO possiamo creare articoli che spiegano in che modo evitare il formarsi della muffa, consigli e info utili. Saranno poi le fasi successive del funnel che dovranno proporre l’esistenza di un prodotto contro la muffa, le specifiche e poi l’offerta per l’acquisto.
Non puntare all’acquisto
L’obiettivo principale della fase di awareness è far sì che una persona ci conosca, ci dia fiducia e decida di approfondire il tema passando alle fasi successive del funnel. Se in questa fase proponiamo l’acquisto del nostro prodotto, una persona non avrà elementi a sufficienza per prendere una decisione così importante. Il rischio è di essere percepiti come fastidiosi, facendo crollare quel poco di fiducia guadagnata fin ora.
In questa fase dobbiamo dare la possibilità, per chi lo vuole, di approfondire il tema, di valutare i nostri prodotti e successivamente di considerare l’acquisto consapevole.
Il rischio è di ottenere un acquisto d’impulso da parte di un cliente meno fedele e meno in linea con i nostri valori, pronto ad abbandonarci alla prima occasione.